domenica 22 maggio 2011

MACSE Italia - Newletter n. 1 - Gennaio 2010

Per noi e solo per noi
Care Colleghe,
questo è il primo numero della Newsletter di MACSE – Manager Assistant  Career & Skills Empowerment.
Alcune di voi mi conoscono personalmente, altre solo tramite e-mail, la maggior parte, semplicemente, ha accettato di far parte del mio network su Linkedin. Ora è il momento di scoprire perché ho cercato, negli ultimi mesi, di mettere insieme un consistente gruppo di Manager Assistant.
La mia intenzione era di dare vita a un progetto il cui fine fosse offrire formazione, a costi sostenibili per tutte noi, oltre a creare uno spazio, sia virtuale, tramite il sito e il gruppo su Linkedin, sia fisico, grazie agli appuntamenti di networking e durante i corsi veri e propri, in cui condividere le nostre esperienze e conoscenze.
Sono sicura che questi temi siano di interesse comune per tutte le persone che fanno questa attività e che sia necessario per tutte noi avere la possibilità di mantenerci aggiornate, in un mondo del lavoro in continua evoluzione.
La figura della Manager Assistant  è cambiata radicalmente negli ultimi 20 anni e ogni giorno ci vengono richieste nuove competenze, non solo di carattere tecnico, ma anche di tipo gestionale e manageriale.
Per questo motivo dobbiamo essere pronte e capaci di cogliere al volo l’opportunità di renderci sempre più indispensabili per i nostri Manager.
La risposta a queste richieste è MACSE.
Il sito è ancora in fase di definizione, ma quello che già trovate on-line vi dà l’idea  del tipo di attività che vorrei condividere con voi.
Con Patrizia Faranda, che lavora alla formazione delle Manager Assistant ormai da 5 anni, abbiamo pensato ad alcuni temi che potrebbero risvegliare il vostro interesse, ma non vogliamo limitarci a proporvi idee, vorremmo invece che vi sentiste coinvolte in prima persona, perché solo grazie alla vostra partecipazione e ai vostri suggerimenti e contributi, potremo individuare il giusto percorso.
In un panorama popolato da formatori che confezionano corsi in base a quello che loro pensano siano le nostre esigenze, MACSE si pone in modo assolutamente diverso, chiedendo a voi, all’utente finale, di partecipare il più attivamente possibile alla definizione di questo percorso di crescita e continua evoluzione.
Mi auguro che vorrete condividere con me, Patrizia e le colleghe che già contribuiscono, questo “progetto professionale” che è anche un “progetto di vita”, perché sono certa che l’essere qualificate e competenti non può che rendere più facile il nostro cammino sia nel mondo del lavoro che nella vita personale.
Mariachiara Novati


Abbiamo diritto anche a noi alla formazione
Come sappiamo la Formazione è uno strumento che permette a ciascun individuo di accrescere, arricchire, migliorare il proprio bagaglio di nozioni su specifici argomenti che ci troviamo a sperimentare ed affrontare durante la nostra carriera professionale.
Purtroppo, in oltre 20 anni di lavoro vissute in diverse realtà aziendali, la formazione rivolta allo staff di Assistente di Direzione è stato quasi sempre “dimenticata” (e quindi non contemplata nel budget dell’azienda). Perché?
Come dicono Mariachiara e Silvia, la continua e veloce evoluzione degli aspetti lavorativi all’interno delle aziende e società richiede anche da parte delle Assistenti di Direzioni una forte capacità di assumersi grosse responsabilità insieme  ad una molteplicità di compiti
da svolgere, alla conoscenza fluente di almeno 2 lingue straniere, ad una certa immagine e capacità comportamentali all’interno della realtà aziendale ma anche all’esterno con clienti e fornitori, oltre ad avere molta dimestichezza con i più sofisticati mezzi tecnologici.
Non è facile stare al passo con questo tipo di evoluzione sociale e professionale se non ci si aiuta con corsi formativi mirati. Mi stupisce che moltissime aziende che pretendano dall’Assistente di Direzione diverse competenze, non si rendano conto dell’importanza di progetti formativi quali strumenti fondamentali ed essenziali anche per la figura dell’Assistente di Direzione, il cui lavoro/supporto è determinante per il successo non solo del proprio capo ma anche dell’immagine dell’azienda stessa.
La nascita di MACSE, grazie ad un’idea di Mariachiara, che ho pienamente condiviso insieme ad altre amiche, ha lo scopo di assicurare a ciascuna di noi una valida crescita professionale senza dover sostenere grosse spese in termini monetari.
Questo è pertanto un significativo motivo per invitare tutte coloro che sono particolarmente motivate e credono nel valore formativo ad unirsi a noi in questo progetto che vuole essere assolutamente vincente!
Simonetta Pili




Costruiamo, cresciamo, facciamolo tramite la formazione
Quando, all’inizio dell’anno appena concluso, l’azienda per cui lavoro è passata al contratto di categoria del settore Industria, in molti hanno festeggiato. Si è fatto un salto di qualità, era il commento unanime davanti ai poco fragranti bicchierini di caffè che la macchinetta – luogo privilegiato di scambi informali - aveva appena distillato.
Sarà… Ma non per me. Ho infatti scoperto con grande amarezza che un Contratto Collettivo Nazionale non contempla nemmeno l’esistenza della mia professione. Il mio ruolo, la mia figura, ma anche tutto il mio lavoro, il mio talento e la mia preparazione sono relegati ad un livello bassissimo della scala gerarchica, spinti a forza nella casella del segretariato di direzione alla stessa stregua di una gestione documentale e di un inserimento dati, che sono tutt’altra cosa. Nel passaggio avrei addirittura perso alcuni livelli già guadagnati, se non fossero intervenuti d’ufficio il
mio Capo e il Responsabile Risorse Umane, persino imbarazzati, perfettamente consapevoli del gap tra la miserrima considerazione scritta sul pezzo di carta ed il livello della mia professionalità.
Tant’è. Inutile cercare i colpevoli: sono troppi, e tutti conniventi. Conviene agire in tutt’altra direzione: investire le energie per costruire e costruirsi, confrontarsi, crescere. Darsi degli obiettivi e puntarli, camminando verso di loro con a tracolla la bisaccia da riempire con tutte le qualità che servono per fare bene questo mestiere. La prima delle quali è la consistenza, la solidità. Perché per fare bene questo mestiere occorre evolvere con la flessibilità di chi è capace di adattarsi ai cambiamenti e agli imprevisti, ma senza la fragilità di chi è banderuola al vento; occorre essere rassicuranti e saper rischiare al tempo stesso. In questo modo si diventa punto di riferimento per il cambiamento necessario al progresso, all’innovazione, ma anche porto sicuro, elemento sul quale poter contare. Bisogna saper surfare, cavalcando l’onda senza mai cascare. Occorre essere stabili intorno al proprio baricentro, ma consapevoli che esso è in continuo movimento.
“Assistere” un manager che occupa una posizione di grande responsabilità in un’azienda è oggi un’attività estremamente complessa. Le sue esigenze sono cambiate rispetto al passato. La globalizzazione dei mercati e la velocità delle comunicazioni hanno mutato i suoi bisogni, che sono cresciuti soprattutto in qualità del supporto che gli dobbiamo dare. Le nuove tecnologie hanno accorciato i tempi, cambiato i ritmi del pensiero e dell’azione: occorre dire e fare bene, e farlo in fretta. E per farlo occorre avere molta competenza.
Sono cambiate le dimensioni del mondo, che è diventato un po’ più piccolo: non ci sono più confini lontani e misteriosi da esplorare, ed eccoci a riscoprire anche nella professione dimensioni più interiori, e le relazioni interpersonali diventano il terreno su cui può giocarsi persino un’intera carriera. Per questo le sole competenze tecniche oggi non bastano più. Occorre avere molta intelligenza sociale.
Giocarsi fino in fondo oggi non significa fare di più, le ore piccole in ufficio, sconfinando negli spazi e nei tempi destinati alla famiglia, ma un fare diverso, spendersi globalmente come persone, sconfinando fuori da quelle aree di sicurezza tanto care a chi ci spiega che lo stress proprio da quello viene, dal nostro uscire fuori dai margini entro i quali ci è tutto noto.
Ma questo è solo un piccolo prezzo da pagare e non ci sono alternative: per crescere occorre esporsi, formarsi, agire, lavorare con un approccio e una mentalità manageriali, innanzi tutto su se stessi. Questo concorre giorno dopo giorno ad irrobustire la consistenza e lo spessore della nostra competenza, quella che ci serve per fare bene questo mestiere. Perché la nostra competenza non è fatta di dattilografie veloci e presenze mute, ma di quel sesto senso che aiuta a prevedere e presentire i guai prima che accadano. Che non è frutto di un bell’intuito femminile, ma della capacità scientifica di leggere il non verbale, di interpretare i segni secondo leggi semiotiche, di tracciare l’evoluzione delle relazioni all’interno di un gruppo, di offrire soluzioni ai problemi, alternative innovative al vecchio, organizzazione al caos e creatività allo schema.
Nessuna scuola ce lo insegna; nessun titolo lo certifica; e solo pochi conoscono appieno le potenzialità di questo ruolo. Almeno in Italia, perché altrove non è così, ed è questa la falla da coprire. Benvenuto MACSE dunque, con l’augurio che i progetti diventino presto una bellissima realtà.
Silvia Salomon

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