martedì 25 febbraio 2014

Il mentoring: stereotipi comuni


Mito: seguire un programma di mentoring garantisce nuove opportunità di lavoro.
Realtà: il mentoring non garantisce niente, è un progressivo processo di sviluppo professionale che può aiutare a raggiungere degli obiettivi di carriera. Questo processo prevede incontri regolari con i mentore da fare anche non di persona e la possibilità di verificare i progressi del mentee.
 
Mito: serve un solo mentore nella vita professionale.
Realtà: è vero solo se si rimane incollati allo stesso posto di lavoro per tutta la vita. Se si cambia, è necessario cambiare mentore in modo che abbia le necessarie qualità e competenze per essere un reale supporto.
 
 

Mito: il mentore deve essere sempre più vecchio del mentee.
Realtà: un mentore può essere anagraficamente del suo mentee, perché ha più esperienza in un determinato settore assolutamente sconosciuto al mentee. Si può essere mentori e mentee di successo in qualunque momento della propria carriera. 
 
 

Mito: il mentore è responsabile della buona riuscita della relazione.
Realtà: una relazione come il mentoring prevede la corresponsabilità e che ci siano benefici reciproci così da garantire soddisfazione per entrambi gli attori.
 

 

Mito: la relazione non causa problemi e frizioni.
Realtà: problemi e frizioni ci sono sempre, un mentee potrebbe “opporre resistenza” ai suggerimenti del mentore, così come un mentore potrebbe provare una sorta di risentimento nei confronti del suo mentee. Se però la relazione dovesse rivelarsi assolutamente inadeguata e forse anche dannosa, è meglio chiuderla prima che si verifichino danni irreparabili.



Mito: la relazione di mentoring dovrebbe durare almeno un anno.
Realtà: il rapporto mentore-mentee deve durare fino a quando non si sono raggiunti gli obiettivi prefissati. Non c’è una durata stabilita, si può terminare in due mesi, come in due anni.

Mito: mentore e mentee devono lavorare in ambiti simili.
Realtà: chiunque può diventare un mentore per qualcun altro, un amico, un parente, un collega, un perfetto sconosciuto. Nel momento in cui il mentore dimostra di avere le competenze e conoscenze che possono aiutare il mentee, diventa il mentore ideale.

 

 

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