giovedì 1 agosto 2013

Le ragioni per cui si deve rispondere sempre alle mail ricevute.


Sembra che ci sia una nuova moda che sta dilagando, trovando sempre più adesioni tra le persone che conosco.

Non sto parlando di fashion e nemmeno di cucina, ma di comunicazione, una delle parole più usate e abusate degli ultimi anni. Tutti vogliono occuparsene, tutti sono comunicatori, tutti sono affiancati nella loro quotidianità da tecnologie che dovrebbero facilitarla. Dal mio punto di vista, pochi sono quelli che sanno davvero comunicare e sempre più spesso, dato che tutti invece pensano di saperlo fare, si ottiene il risultato opposto: non si comunica. Tutto ciò ha aperto la strada a una nuova moda che spero sia solo una moda passeggera e che, secondo quanto elencato ne “I nostri valori” http://www.macseitalia.it/whos/mission_vision.asp esula da comportamenti professionali:

NON RISPONDERE ALLE MAIL

Ogni giorno, in Italia girano più di 350 mln di mail. Un’infinità. E’ come se ognuno di noi, compreso chi la mail non la usa, i bambini e gli analfabeti digitali, ne spedisse sei al giorno. Io per lavoro ne spedisco almeno 50, e per ragioni personali almeno un paio.

Vi sono però diversi tipi di mail: quelle di lavoro, con importanti allegati, dati specifici, elementi spesso fondamentali per svolgere quotidianamente la propria professione. Poi ci sono quelle personali, con inviti semiufficiali a feste o matrimoni, auguri di Natale e ricorrenze, lettere d’amore o dichiarazioni d’odio, resoconti sull’ultimo museo visto o la prossima vacanza progettata. Infine quelle pubblicitarie, spam e phishing che intasano la nostra casella.

Tra queste 350 milioni di mail vi sono anche mail con richieste specifiche. Mail dalle quali ci si aspetta una risposta, spesso importante. Si tratta di mail inviate generalmente a persone che si conoscono e per le quali ci si aspetta un riscontro.

Sono però mail che spesso non sono lette e cui non segue una risposta, anche quando la richiesta di rispondere è esplicita. (Vi prego di rispondermi, anche con un semplice NO, per consentirmi di procedere con qualche eventuale altro interlocutore).

All’inizio non ricevendo risposta ho pensato che chi sta dall’altra parte, chi le riceve e poi non risponde, forse non si è mai trovato nei panni di chi propone, di chi cerca di accendere dell’interesse su argomenti specifici e dedicati a chi riceve la comunicazione (non mando mai mail che non siano targettizzate).

Poi, mentre io perdevo tempo e risorse, i miei progetti si bloccavano e fallivano ho cominciato a pensare che le mie mail fossero ferme da qualche parte, in un recipiente intasato per noncuranza o che ci fosse una totale mancanza di curiosità intellettuale da parte del ricevente. E mi sono chiesta a cosa serva la tecnologia e tutti gli strumenti che oggi abbiamo per poterle leggere in qualsiasi punto ci si trovi. Più si moltiplicano questi supporti, più riscontro una difficoltà a comunicare attraverso questo (ancora straordinario) strumento.

Ogni volta che ho un’idea per migliorare e accrescere le nostre competenze, la studio, la butto giù sotto forma di progetto e la invio, nella speranza di ottenere un riscontro, cosa ottengo? Il nulla, la non risposta.

Ora mi chiedo, anzi vi chiedo. Anche voi vi sentite vittime di questo buco nero? E se invece ne foste gli artefici, potreste spiegarmi perché lo fate, o meglio, potreste suggerirmi come procedere? Magari è solo una questione di forma.

Noi di MACSE Italia oltre che alla sostanza, teniamo molto anche alla forma, perché è l’educazione che ci distingue dagli animali, è la tanto maltrattata “forma” che ci permette di vivere in un modo ancora civile.

Se non rispettassimo la “forma”, ci troveremmo in breve tempo senza regole e nell’anarchia totale.

Le mie regole:

Rispondere sempre alla prima mail che ricevo, anche solo con un semplice sì o un no, grazie.

Perchè?

1.      Non si può mai sapere a priori cosa ci viene proposto.

2.      Leggerla e ragionarci sopra, formulando una risposta ci può aprire orizzonti  sconosciuti.

3.      Ogni momento della nostra giornata può offrirci interessanti opportunità di crescita e perderne anche solo una sarebbe un vero peccato.

4.      E’ semplicemente buona educazione.

2 commenti:

  1. Cara Mariachiara,
    condivido pienamente il tuo pensiero.

    Rispondere alle email, interessanti o meno che siano, è importante.

    Ritengo sia un "gesto" che delinea chi è professionale ed ovviamente educato e rispettoso dei propri interlocutori.

    Ho riscontrato personalmente che spesso chi si ritiene superiore o migliore o troppo impegnato, semplicemente non risponde.

    Tutti meritano attenzione, senza alcuna discriminazione!

    Giovanna

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  2. Personalmente io risponde sempre a tutte le mail che ricevo, anche quello sgradevoli e spiacevoli, perchè penso che sia corretto.

    Quando non rispondo lo faccio di proposito per mandare un messaggio chiaro all'interlocutore.

    L'indifferenza ferisce molto più dell'odio, quindi una risposta, anche maleducata, denota un minimo di interesse, una non risposta sta a significare il totale e completo disinteresse per chi ha scritto.

    Quest'ultimo atteggiamento fa molto più male di rispostacce.

    Nel nostro caso, poi, visto che gestiamo oltre al nostro "personal brand" anche quello del capo e dell'azienda è fondamentale adottare un atteggiamento professionale, sapendo a priori che rispondere on on rispondere porta sempre delle conseguenze.

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