Sembra che ci sia una nuova moda che
sta dilagando, trovando sempre più adesioni tra le persone che conosco.
Non sto parlando di fashion e
nemmeno di cucina, ma di comunicazione, una delle parole più usate e abusate
degli ultimi anni. Tutti vogliono occuparsene, tutti sono comunicatori, tutti
sono affiancati nella loro quotidianità da tecnologie che dovrebbero
facilitarla. Dal mio punto di vista, pochi sono quelli che sanno davvero
comunicare e sempre più spesso, dato che tutti invece pensano di saperlo fare,
si ottiene il risultato opposto: non si comunica. Tutto ciò ha aperto la strada
a una nuova moda che spero sia solo una moda passeggera e che, secondo quanto
elencato ne “I nostri valori” http://www.macseitalia.it/whos/mission_vision.asp esula da comportamenti professionali:
NON RISPONDERE ALLE MAIL
Ogni giorno, in Italia girano più di
350 mln di mail. Un’infinità. E’ come se ognuno di noi, compreso chi la mail
non la usa, i bambini e gli analfabeti digitali, ne spedisse sei al giorno. Io per
lavoro ne spedisco almeno 50, e per ragioni personali almeno un paio.
Vi sono però diversi tipi di mail: quelle
di lavoro, con importanti allegati, dati specifici, elementi spesso fondamentali
per svolgere quotidianamente la propria professione. Poi ci sono quelle personali,
con inviti semiufficiali a feste o matrimoni, auguri di Natale e ricorrenze,
lettere d’amore o dichiarazioni d’odio, resoconti sull’ultimo museo visto o la
prossima vacanza progettata. Infine quelle pubblicitarie, spam e phishing che
intasano la nostra casella.
Tra queste 350 milioni di mail vi
sono anche mail con richieste specifiche. Mail dalle quali ci si aspetta una
risposta, spesso importante. Si tratta di mail inviate generalmente a persone
che si conoscono e per le quali ci si aspetta un riscontro.
Sono però mail che spesso non sono
lette e cui non segue una risposta, anche quando la richiesta di rispondere è
esplicita. (Vi prego di rispondermi, anche con un semplice NO, per
consentirmi di procedere con qualche eventuale altro interlocutore).
All’inizio non ricevendo risposta ho
pensato che chi sta dall’altra parte, chi le riceve e poi non risponde, forse
non si è mai trovato nei panni di chi propone, di chi cerca di accendere dell’interesse
su argomenti specifici e dedicati a chi riceve la comunicazione (non mando mai
mail che non siano targettizzate).
Poi, mentre io perdevo tempo e
risorse, i miei progetti si bloccavano e fallivano ho cominciato a pensare che
le mie mail fossero ferme da qualche parte, in un recipiente intasato per
noncuranza o che ci fosse una totale mancanza di curiosità intellettuale da
parte del ricevente. E mi sono chiesta a cosa serva la tecnologia e tutti gli
strumenti che oggi abbiamo per poterle leggere in qualsiasi punto ci si trovi.
Più si moltiplicano questi supporti, più riscontro una difficoltà a comunicare
attraverso questo (ancora straordinario) strumento.
Ogni volta che ho un’idea per
migliorare e accrescere le nostre competenze, la studio, la butto giù sotto
forma di progetto e la invio, nella speranza di ottenere un riscontro, cosa
ottengo? Il nulla, la non risposta.
Ora mi chiedo, anzi vi chiedo. Anche
voi vi sentite vittime di questo buco nero? E se invece ne foste gli artefici,
potreste spiegarmi perché lo fate, o meglio, potreste suggerirmi come
procedere? Magari è solo una questione di forma.
Noi di MACSE Italia oltre che alla
sostanza, teniamo molto anche alla forma, perché è l’educazione che ci
distingue dagli animali, è la tanto maltrattata “forma” che ci permette di
vivere in un modo ancora civile.
Se non rispettassimo la “forma”, ci
troveremmo in breve tempo senza regole e nell’anarchia totale.
Le mie regole:
Rispondere sempre alla
prima mail che ricevo, anche solo con un semplice sì o un no, grazie.
Perchè?
1. Non si può mai sapere a
priori cosa ci viene proposto.
2. Leggerla e ragionarci
sopra, formulando una risposta ci può aprire orizzonti sconosciuti.
3. Ogni momento della nostra
giornata può offrirci interessanti opportunità di crescita e perderne anche
solo una sarebbe un vero peccato.
4. E’ semplicemente buona
educazione.
Cara Mariachiara,
RispondiEliminacondivido pienamente il tuo pensiero.
Rispondere alle email, interessanti o meno che siano, è importante.
Ritengo sia un "gesto" che delinea chi è professionale ed ovviamente educato e rispettoso dei propri interlocutori.
Ho riscontrato personalmente che spesso chi si ritiene superiore o migliore o troppo impegnato, semplicemente non risponde.
Tutti meritano attenzione, senza alcuna discriminazione!
Giovanna
Personalmente io risponde sempre a tutte le mail che ricevo, anche quello sgradevoli e spiacevoli, perchè penso che sia corretto.
RispondiEliminaQuando non rispondo lo faccio di proposito per mandare un messaggio chiaro all'interlocutore.
L'indifferenza ferisce molto più dell'odio, quindi una risposta, anche maleducata, denota un minimo di interesse, una non risposta sta a significare il totale e completo disinteresse per chi ha scritto.
Quest'ultimo atteggiamento fa molto più male di rispostacce.
Nel nostro caso, poi, visto che gestiamo oltre al nostro "personal brand" anche quello del capo e dell'azienda è fondamentale adottare un atteggiamento professionale, sapendo a priori che rispondere on on rispondere porta sempre delle conseguenze.