Per uno dei lavori che conduco
e per quella che è la mia esperienza, sto notando sempre di più quanto noi
donne stiamo vivendo un momento di grande confronto/scontro con la cosiddetta
“vita quotidiana”. Si, perché noto che è presente uno scoraggiamento,
avvilimento, perdita di fiducia nelle proprie potenzialità. Spesso facciamo
fatica in primis a riconoscerci e poi, di conseguenza, a sentirci riconosciuto
il nostro operato dalle nostre famiglie e dalla società… e non solo come lavoratrici.
In parte il dato è riconducibile al fatto che viviamo dell’associazione del
ruolo femminile solo come “materno”. Non voglio fare la sociologa né la
psicologa, mi chiedo se forse è anche un pochino colpa nostra se gli uomini si
sentono “superiori” alle donne, perché quando sono bambini li viziamo un poco
troppo e a volte li educhiamo come fossero dei “principi”: siamo vittime
dell’eredità-donnechiocce che ci si ritorce contro?
Inoltre
oggi il passaggio generazionale coinvolge anche la presenza femminile.
Una
ricerca della Bocconi ci dice che dal 1990 al 2000 hanno assunto la guida della
PMI di stampo familiare il 40% degli uomini e l’80% delle donne. Sta accadendo
in tutti i ruoli aziendali chiave: proprietà, consiglio di amministrazione,
vertice aziendale.
Questo accade spesso là dove la trasmissione delle quote è
una scelta obbligata. Così sembra che nelle aziende familiari noi donne abbiamo
spazio, e questo è un vantaggio, ma “per forza”.
Poi però capita che siamo le
prime a ritagliarsi dei ruoli circoscritti, delle aree di comfort dove non
applichiamo in toto la nostra fetta di responsabilità. Così la peculiarità di
questo passaggio generazionale al femminile non è privo di una percezione del
fenomeno come "anomalo" evidenziando, come dicevo, certi imprinting
psicologici atavici.
Tuttavia, alcune di noi donne hanno una determinazione,
motivazione e consapevolezza di sé molto forte e non considerano l'assumersi
questa responsabilità come contraddittoria alla propria natura o
"sbagliata".
Il fatto è proprio questo: il
lavoro e qualsiasi opportunità non ci verrà a citofonare a casa. Mantenersi
attive, ricettive e pronte è basilare. Un principio che Gandhi diffondeva era:
“Devi essere il cambiamento che desideri vedere”. Quando le persone vogliono
una cosa e ci credono davvero, troveranno il modo di farla diventare realtà.
Spesso tante persone non credono il loro stesse e non si riconoscono per prime
il valore di ciò che stanno facendo.
Che ne pensate?
Francesca Ferola
PS: esistono ancora i fax anche
perché ci sono delle colleghe Segretarie che fanno a pugni con la tecnologia.
Mi è stato riportato il
seguente fatto realmente accaduto.
Una Segretaria di Dirigenza ha
ricevuto un’email con allegato e ha seguito le “nuove” direttive sulla qualità:
1) ha stampato email e allegato;
2) li ha spediti via fax con
risposta all’interessato;
3) poi ha scansionato il tutto;
4) ha chiamato un
collega per allegare il tutto all’email che voleva spedire in risposta (di
nuovo).
Bastava fare inoltro! Aggiorniamoci ragazze!
Infatti, perchè dovrebbe mai esistere ancora "il fax" .... ! solo start e invio .., infatti il fax non solo è obsoleto ma è maschile ... ! (al massimo ti da la copia di ricevuto) ;)) baci a tutte, Camilla
RispondiEliminaYour writing talent is absolutely appreciated!!
RispondiEliminaThanks a lot. You saved me lots of frustration. Amazing post!
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